Giovanni Izzo

Ha frequentato l’Istituto d’Arte e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Decisivo l’incontro con Mimmo Iodice così la passione per la fotografia diventa viscerale e totale. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1978. Si è affermato al Kodak European Gold Award”. Ha realizzato test sulle pellicole per conto di Kodak. Dal 2002 al 2007 ha collaborato con Canon-Italia.

Ha ottenuto importanti riconoscimenti critici su: Il Fotografo Professionista, Progresso Fotografico, Photo International, Photographies, Dove, Posh, Bauwelt, Mète, ExpoArt.

Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati:

“Promised Land” edito da Federico Motta Editore

“Noi siamo loro” edito da NiComp-Editore

“Resurrezione” edito da GeMar

“L’altro mondo” di Marcello Fois edito da Einaudi

“Photo World Magazine” Cina

BBC

Tribuna 24

Il Fatto Quotidiano

Corriere del Mezzogiorno/ Corriere della Sera (La lettura)

News Week

Huffingtonpost

La Repubblica

El Mundo

Il Mattino

“Quarta Repubblica” Rete4

“Piazza Pulita” La7

Principali mostre e collaborazioni tecnico scientifiche fotografiche

Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

Museo del Tesoro San Gennaro – Napoli

Palazzo Armieri – Napoli

CAM – Casoria Contemporary Art Museum – Casoria

Palazzo Berardi Mochi Zamperoli (Polo Culturale di Eccellenza) – Cagli

Galleria Arterrima – Caserta

Museo Provinciale Campano – Capua

Leica Store Firenze – Firenze

Supervisione alla fotografia nel film di R. Montesarchio: Ritratti Abusivi

Expo Milano 2015 reportage sulla realizzazione in bronzo della Madonnina di Milano

Museo Pan Napoli “Imbavagliati” 2017

Duel Caserta- Garrone, Izzo, Cutillo: L’estremo come riscatto 2018

Collaborazione con COSE NOSTRE – Rai Uno, Rai Tre, PETROLIO, Rai News 24, Presa diretta Piazza Pulita, La7 – 2018

Povera Patria – Rai 2

Fotografo di scena Film “Il vizio della Speranza” di E. De Angelis 2018

Facoltà Architettura Firenze, Flyer Spazio A Firenze, con NIB “NewItalianBlood Salerno”

Suor Orsola Benincasa “The Domitiana”

Università per Stranieri – Perugia

Cambridge Anglia Ruskin University “The Domitiana” 2018

Bath University “The Domitiana”2018

John Cabot University Roma “The Domitiana, 2018

Il Fatto Quotidiano “Nella capitale della mafia nera” 2019

Storie Italiane, Rai 1″nella capitale della mafia nera 2019

‘MATRES’ LE DONNE DELL’ESODO

Matres: le donne dell’esodo immagini di donne costrette a lasciare la terra originaria per povertà, per persecuzioni, per fuga dal genocidio, subendo così una rottura della continuità dell’esistenza, raccontano della loro possibilità, attraverso la gravidanza e la nascita di un figlio, di ricreare se stesse e la vita, coltivando e seminando una speranza di un futuro diverso. Sono foto che hanno un’assoluta levità, comunicano le emozioni profonde, l’intensità della diade fondamentale madre-bambino matrice di ogni cosa. Le luci ricordano Caravaggio gli occhi sono illuminati di promesse, i bambini guardano il domani, e possono fantasticare di aver trovato la loro terra, la primigenia è il corpo della madre, che è la stessa di tutti. Nelle foto di Matres possiamo cogliere un aspetto fondamentale, secondo lo psicoanalista Donald Winnicott, della reciprocità fra madre e bambino cioè il rispecchiamento del Sé del bambino in quello della madre, che inizia quando il bambino è appena nato, la madre, guardando il bambino, e scorgendo in esso una persona intera, rimanda al bambino stesso questa immagine. Le braccia della madre, poi, mantengono il corpo del neonato in uno stato di unità e solidità tale da consentirgli di sentirsi supportato dal corpo materno, sicuro per il contatto stretto con la pelle della mamma e delle persone del suo ambiente che lo circondano. La rappresentazione del sorgere del bambino e del suo primo passo nel mondo, che tentenna e danza a un tempo, con una ritmicità che si origina dai moti del suo spirito, della sua immaginazione e sensibilità, dai suoi primi suoni fino alla e nominazione del mondo e dell’esistere, la prima poetica del linguaggio, è stata spesso rappresentata e raffigurata nell’arte: dall’arte primitiva, dal ciclo della natività, fino a Brancusi, Picasso, Carrà, di Dubuffet e Klee, che ritrovano un’arte “originale” recuperando i gesti e l’espressività, il linguaggio corporeo e onirico dell’infanzia. Izzo racconta di diverse tipe di nascita: il ritrovamento di un’identità di queste donne in fuga attraverso la forma creativa primaria, di quella dei bambini che pensati e desiderati come testimonianza di un futuro custodiscono dentro di se anche un passato lontano, di una nuova possibilità di abitare e respirare la terra dell’esodo. Queste foto ricordano l’iconografia della natività ove la nascita del bambino redime tutta l’umanità, quelle donne dopo viaggi e percorsi di dolore, ritrovano una maestosità nello stesso tempo semplice ma assoluta nel loro esplicare la primaria creatività: la bellezza assoluta. Giovanni Izzo è uno dei maggiori fotografi italiani: la sua fotografia è imponente, umana, delicata, compassionevole, ma allo stesso tempo non concede tregua, il fotografo interroga e tenta di raccontare l’umano. Le sue fotografie sono un coro di sogni, delusioni, rabbia, felicità, stupore, lacrime e gioia. La sua opera è mossa da passione, compassione e pietà. E’ uno sguardo umano che non offende, ma contempla. A volte denuncia, forte, senza compromessi, dura. Ma anche e soprattutto uno sguardo umano che fa trasparire e traspirare la possibilità della speranza. Una speranza di cambiamento, di unione di popoli e culture, di popoli che sono stati e sono migranti, un tempo gli italiani ora gli africani.